Diritto e Giustizia in un Regime Dittatoriale:
L'illegalità Dell'indagine Penale contro Edmundo González Urrutia
Por: Dante Alighieri (pseud.)
Dal nostro ponte disse: ́ ́Così da un ponte all'altro, sempre parlando di ciò che la mia commedia non intende cantare, abbiamo camminato; e siamo arrivati alla chiave, quando ci siamo fermati per vedere il prossimo burrone delle Malebolge e delle rispettive grida infruttuose; e la vidi prodigiosamente buia." (Inferno, Canto XXI, vv. 1-6)
15 Settembre 2024
Come giurista, è fondamentale chiarire ogni dubbio che possa esistere in relazione alla flagrante ingiustizia rappresentata da questo procedimento penale intentato contro Edmundo González Urrutia. Per comprendere adeguatamente l’illegittimità delle accuse mosse, è essenziale fornire alcuni chiarimenti a coloro che non hanno familiarità con il diritto penale venezuelano. Proprio come era necessaria la guida di Virgilio per navigare nei cerchi oscuri dell'inferno La Divina Commedia, coloro che si confrontano con questo sistema giudiziario devono avere una chiara comprensione del quadro giuridico che, come gli abissi infernali, sembra progettato per confondere e intrappolare coloro che cercano giustizia.
La teoria del crimine, applicata dai giuristi penalisti venezuelani, costituisce uno strumento concettuale chiave per determinare se un fatto specifico rientra nella definizione giuridica di reato, cioè se il fatto oggetto di giudizio costituisce il presupposto della conseguenza giuridico-penale attesa nel reato diritto (Bacigalupo, Enrique, 1996). Questo approccio sistematico, sviluppato da teorici come Hans Welzel (1962), Franz von Liszt (1881), Claus Roxin (2006) e Alberto Arteaga Sánchez, si basa su tre elementi fondamentali: tipicità, illegalità E colpevolezza. Successivamente, esploreremo questi concetti e la loro rilevanza nel contesto del diritto penale venezuelano, per poi applicare questa teoria all'analisi dei presunti atti criminali attribuiti a Edmundo González Urrutia.
Tipicità (fatto tipico)
La tipicità si riferisce alla coincidenza tra la condotta posta in essere e la qualificazione di reato contenuta nel codice penale. Eugenio Raúl Zaffaroni, nella sua opera Manuale di diritto penale (1980), definisce la tipicità come la sussunzione di una condotta nel tipo criminale, ossia che una condotta può essere considerata criminale solo se conforme al “tipo” stabilito dalla legge. La tipicità garantisce quindi il principio di legalità: non esiste delitto né pena senza legge previa.
Illegalità (atto illegale)
L'illegalità implica che la condotta tipica sia contraria all'ordinamento giuridico. Secondo Hans Welzel (1962), un atto è illecito quando non è supportato da alcuna causa di giustificazione, come l'autodifesa, lo stato di necessità o l'adempimento di un dovere legale. Questo concetto appare anche nel lavoro di Claus Roxin, Diritto Penale, Parte Generale (2006), il quale indica che il comportamento illegale è quello che, pur essendo tipico, non è giustificato da alcun principio superiore o socialmente accettato.
Colpa (atto di colpevolezza)
Il senso di colpa analizza se l'autore dell'atto tipico e illegale può essere imputato per la sua condotta. Perché un atto sia colpevole, l'autore deve aver agito con dolo (intenzione di commettere il reato) o colpevolezza (negligenza o imprudenza). Come sottolinea Welzel (1962), l’analisi della colpa include la valutazione di fattori che possono esentare o ridurre la responsabilità, come la coercizione, l’errore o la non imputabilità.
Nel suo lavoro Diritto Penale, Parte Generale (2006), Claus Roxin descrive che la colpa è essenziale affinché venga imposta una sanzione penale e senza di essa non può esserci punizione. Ad esempio, se una persona commette un reato sotto costrizione, potrebbe non essere considerata colpevole perché non ha agito liberamente. Allo stesso modo, Eugenio Raúl Zaffaroni in Manuale di diritto penale (1980) chiarisce che la colpa è un giudizio di colpa: qualcuno può essere incolpato di un atto solo se ha la possibilità di agire diversamente.
Adattamento della teoria generale del crimine al contesto venezuelano:
Arteaga Sánchez ha lavorato sull'adattamento dei principi classici della teoria del crimine alle particolarità del sistema legale venezuelano. Il suo approccio cerca di armonizzare le idee sviluppate dai teorici europei con le esigenze e le caratteristiche del diritto penale in Venezuela.
Il suo lavoro evidenzia l’importanza di proteggere beni giuridici, beni che possono essere sia individuali (come la vita, la libertà, la proprietà) che collettivi (come l'ordine pubblico o la pace sociale), in quanto fondamento della tipicità. Arteaga Sánchez ha approfondito il modo in cui il diritto penale dovrebbe concentrarsi sulla protezione efficace di questi beni, adattando i concetti teorici alle esigenze della società. Vale a dire, tutte le norme penali devono giustificare la propria esistenza con la premessa che mirano a tutelare un bene giuridico, se la condotta che si vuole regolamentare non incide negativamente su un bene giuridico, la sua proibizione non è giustificata e ancor meno lo è; che detta condotta è punibile.
Vale a dire...
La teoria del crimine, sviluppata da autori come Hans Welzel, Franz von Liszt, Claus Roxin, Eugenio Raúl Zaffaroni e Alberto Arteaga Sánchez, struttura l'analisi del crimine in tre elementi chiave: tipicità, illegalità E colpevolezza. Questi elementi permettono di garantire che la legge penale venga applicata in modo equo e preciso, garantendo che siano considerati reati solo comportamenti lesivi di diritti giuridici tutelati, non giustificati e imputabili al suo autore, ed è questa teoria che applicherò per l'analisi del caso di Edmundo González Urrutia.
È importante inoltre sottolineare quanto contenuto nel primo comma dell’articolo 65 del Codice Penale Venezuelano (CPV): e cioè:
Articolo 65.- Non è punibile:
1.- Colui che agisce in adempimento di un dovere o nell' legittimo esercizio di un diritto, autorità, ufficio o posizione, senza oltrepassare i limiti legali.
Analisi dei presunti atti criminali di cui intendono accusare Edmundo González Urrutia:
Questo lunedì, 2 settembre 2024, un giudice venezuelano con giurisdizione sul terrorismo ha ordinato la cattura di Edmundo González Urrutia, per le seguenti spese:
- Usurpazione di funzioni, articolo: 213 CPV
- Falsificazione di atti pubblici, articolo: 319 CPV
- Istigazione alla disobbedienza alle leggi, articolo: 283 CPV
- Cospirazione, articolo: 132 CPV
- Sabotaggio o Danno al Sistema, articolo 7 della Legge sui Crimini Informatici.
- Associazione, articolo 37 della Legge organica contro la criminalità organizzata e il finanziamento del terrorismo.
Di seguito l’analisi dettagliata di ciascuna posizione:
Usurpazione di funzioni
Articolo 214.- Chiunque assume o esercita impropriamente funzioni pubbliche civili o militari, è punito con la reclusione da due a sei mesi, e alla stessa pena incorre chiunque pubblico ufficiale che continui ad esercitarli dopo essere stato sostituito legalmente o cessato dall'incarico. Può essere disposto che, a spese del condannato, la sentenza sia pubblicata per estratto, su un giornale nel luogo indicato dal giudice.
È tipico, illegale e colpevole la condotta da lui esercitata Edmundo González Urrutia?
No, non è un comportamento tipico, dato che il candidato non ha mai ricoperto una funzione pubblica civile o militare, quindi non vi è alcuna azione o omissione particolare da parte sua. Edmundo González Urrutia che coincide con questo regolamento. L'unica condotta che il predetto ha tenuto è stata quella di esercitare il proprio diritto al suffragio passivo e di rendere dichiarazioni in qualità di candidato elettorale, in cui ha espresso di avere prova di essere il vero vincitore della competizione elettorale del 28 luglio 2024, presentando pubblicamente la sua prova di la vittoria, i record elettorali di cui dispone la sua squadra di testimoni Giusto raccogliere e che sono progettati con lo scopo di fornire ai candidati la garanzia di dimostrare la loro vittoria di fronte a possibili frodi o guasti tecnici al momento della somma dei voti.
Ricordando che i tre elementi devono concorrere, poiché non si tratta di un fatto tipico, non può essere illegale (contrario alla legge) e tanto meno colpevole.
Falsificazione di atti pubblici
Articolo 320.- Chiunque, non essendo un pubblico ufficiale, falsifica, in tutto o in parte, un documento in modo da dargli l'apparenza di un atto pubblico, o ne altera uno vero di tale tipo, La pena sarà della reclusione da diciotto mesi a cinque anni. La pena non può essere inferiore a trenta mesi, se l'atto è meritevole di fede fino a contestazione o ritenuto falso, secondo le disposizioni della legge. Se la falsità è stata commessa in copia di qualsiasi atto pubblico, assumendo l'originale. sia che venga alterata una copia autentica, sia, insomma, che venga rilasciata una copia contraria al vero, la pena è della reclusione da sei a trenta mesi. Se il fatto è autentico ai sensi della legge, come sopra precisato, la pena della reclusione non può essere inferiore a diciotto mesi.
È tipico, illegale e colpevole la condotta da lui esercitata Edmundo González Urrutia?
No, la condotta del candidato non è sussumibile nella condotta descritta nell'articolo. Edmundo González Urrutia, come candidato, ha il Giusto richiedere, attraverso il proprio collegio di testimoni, presso ciascun seggio elettorale, copie dei documenti elettorali emessi dalle macchine. Questi verbali sono essi stessi documenti pubblici, frutto della totalizzazione e dello scrutinio di ciascun seggio elettorale. Inoltre, in questo caso particolare, come è stato spiegato più volte ed essendo un fatto pubblico, noto e comunicativo, sono state altre persone (la sua squadra di testimoni) che hanno scansionato e digitalizzato detti documenti pubblici, affinché tutti i venezuelani possano verificare e corroborare i risultati del tuo seggio elettorale. Ribadiamo, quindi, che la responsabilità penale è personale e in questo caso è stato un gruppo di persone a digitalizzare il verbale. Perciò, Edmundo González Urrutia partecipando direttamente alla raccolta dei verbali, all'atto di creazione e manutenzione del sito web risultaticonvzla, né nella scansione e nel caricamento di detti verbali non potrà essere considerata responsabile nel caso in cui tra le migliaia di verbali pubblicati vi fosse una registrazione fraudolenta. Inoltre, per quanto riguarda i verbali presunti fraudolenti, il Pubblico Ministero non ha dimostrato pubblicamente che nessuno dei verbali digitalizzati dal gruppo di testimoni sia fraudolento e tutte le verifiche effettuate successivamente dagli osservatori internazionali e dalla società civile ne supportano l'originalità e la veridicità del verbale pubblicato dal collegio testimoni sul sito.
Ricordando che i tre elementi devono concorrere, poiché non si tratta di un fatto tipico, non può essere illegale (contrario alla legge) e tanto meno colpevole.
Istigazione alla disobbedienza alle leggi
Articolo 286.- Chiunque incita pubblicamente alla disobbedienza alle Leggi o all'odio di alcuni abitanti contro altri ovvero porge scuse per un atto che la legge prevede come reato, in modo tale da mettere in pericolo la tranquillità pubblica, è punito con la reclusione da quarantacinque giorni a sei mesi.
È tipico, illegale e colpevole la condotta tenuta da Edmundo González Urrutia?
No, il comportamento tenuto dal candidato vincitore è di rispetto assoluto per l’ordinamento giuridico venezuelano, e in tutti i suoi discorsi trasmessi in televisione o pubblicati sui social network lo si può verificare. Tale circostanza è un fatto pubblico, noto e comunicativo.
Ora, nell’ipotetico caso in cui il diritto a manifestare pacificamente o a indirla sia considerato un reato, ci troveremo allora in un altro scenario. Per ora né il codice penale né la Costituzione tutelano il diritto a manifestare pacificamente o il diritto di esprimersi liberamente come condotta criminale e, poiché non è criminalizzato, non può essere considerato una condotta punibile.
Inoltre, le manifestazioni del 29 luglio non sono state indette da alcun attore politico, pertanto qualsiasi attività criminale avvenuta in quell'ondata di proteste spontanee è di esclusiva responsabilità di coloro che hanno commesso direttamente l'attività criminale (come la distruzione di statue). Tutte le successive manifestazioni indette dalla piattaforma unitaria sono state pacifiche, e in quelle occasioni sono state le forze di sicurezza ad avviare atti di repressione ingiustificati contro i manifestanti.
Ricordando che i tre elementi devono concorrere, poiché non si tratta di un fatto tipico, non può essere illegale (contrario alla legge) e tanto meno colpevole.
Cospirazione
Articolo 132.- Chiunque, all'interno o all'esterno del territorio nazionale, cospira per distruggere la forma politica repubblicana assunta dalla Nazione. La pena sarà della reclusione da otto a sedici anni. Alla stessa pena incorrerà qualsiasi venezuelano che richieda un intervento straniero negli affari di politica interna del Venezuela, o richieda il suo aiuto per turbare la pace della Repubblica o che, davanti ai suoi funzionari, o attraverso pubblicazioni fatte sulla stampa straniera, incita alla guerra civile nella Repubblica o diffama il suo Presidente o oltraggia il Rappresentante diplomatico o i funzionari consolari del Venezuela, a causa delle loro funzioni, nel Paese in cui è stato commesso l’atto.
È tipico, illegale e colpevole la condotta da lui esercitata Edmundo González Urrutia?
No, non è tipico, visto che in nessun momento il suddetto cittadino ha manifestato azioni volte alla “distruzione della forma politica repubblicana”, anzi. Ciò che ha fatto Edmundo González è proprio difendere la forma politica repubblicana dello Stato, promuovere il rispetto illimitato della sovranità popolare attraverso la difesa dei voti esercitati dai venezuelani il 28 luglio.
Inoltre, secondo quanto interpretato da Carlos Ayala, ogni cittadino ha diritto a uno Stato di diritto costituzionale (Ayala Corao, 2012). Quale ulteriore riflesso di ciò che difendere il rispetto del sistema giuridico stesso? Questa è stata la condotta esercitata da Edmundo González Urrutia.
Ricordando che i tre elementi devono concorrere, poiché non si tratta di un fatto tipico, non può essere illegale (contrario alla legge) e tanto meno colpevole.
Sabotaggio al danneggiamento del sistema (Legge speciale contro i reati informatici)
Articolo 7. Chiunque intenzionalmente distrugge, danneggia, modifica o compie qualsiasi atto che alteri il funzionamento o metta fuori servizio un sistema che utilizza tecnologie informatiche o qualsiasi dei componenti che lo compongono., è punito con la reclusione da quattro a otto anni e con la multa da quattrocento a ottocento quote d'imposta. Alla stessa pena incorre chiunque distrugge, deteriora, modifica o rende inutilizzabili dati o informazioni contenuti in un sistema che utilizza tecnologie informatiche o qualunque suo componente. La pena è della reclusione da cinque a dieci anni e della multa da cinquecento a mille unità d'imposta, se gli effetti indicati nel presente articolo sono realizzati mediante la creazione, introduzione o trasmissione intenzionale, con qualsiasi mezzo, di un virus o simili programma.
È tipico, illegale e colpevole la condotta da lui esercitata Edmundo González Urrutia?
Ovviamente no. Il predetto cittadino non ha distrutto, modificato o compiuto alcun atto che alteri il funzionamento o disabiliti qualsiasi sistema informatico. Ricordiamo che lo stesso Stato venezuelano ha accusato un hacker con indirizzo IP della Macedonia del Nord del presunto attacco compiuto il 28 luglio. Edmundo González Urrutia, diplomatico, 75 anni, che non ha dimostrato alcuna conoscenza o competenza in materia di programmazione o sicurezza informatica, si trovava in Venezuela il giorno delle elezioni (28 luglio), quindi, anche se l'attacco informatico fosse stato reale (cosa che ad oggi non è stata ancora provata) ), Edmundo González Urrutia Non poteva essere lui l'autore del reato.
Premesso che il mandato d'arresto non specifica lo specifico attacco informatico a cui si riferisce, nel caso in cui si riferisca a uno dei molteplici attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) accertati avvenuti contro le pagine della Pubblica Amministrazione dal giorno dei brogli elettorali , il gruppo Anonymous si è assunto pubblicamente la responsabilità di questi attacchi e proprio questi hacker potrebbero essere ritenuti responsabili di tali eventi. Ricordiamo ancora una volta che la responsabilità è personale e intrasferibile.
Tenuto conto che i tre elementi devono concorrere, poiché non si tratta di un fatto tipico, non può essere illegittimo (contrario alla legge) e tanto meno colpevole.
Associazione, Articolo 37 della Legge organica contro la criminalità organizzata e il finanziamento del terrorismo.
Articolo 37. Chi fa parte di un gruppo criminale organizzato, sarà punito per il solo fatto di associazione con la reclusione da sei a dieci anni.
È tipico, illegale e colpevole la condotta da lui esercitata Edmundo González Urrutia?
Ovviamente no. Il predetto cittadino non fa parte di alcun gruppo criminale organizzato. Appartenere a un partito politico o essere sostenuto dalla piattaforma di un partito politico è una forma di criminalità organizzata? Qualche organizzazione politica contraria al regime è considerata un gruppo criminale organizzato?
La sua accusa per questo particolare crimine è ciò che ha permesso a un giudice del terrorismo di esaminare il caso, un'assurdità e una completa violazione delle garanzie procedurali e della legislazione venezuelana.
Continuiamo a ricordare che i tre elementi devono concorrere, poiché non essendo un fatto tipico, non può essere illegale (contrario alla legge) e tanto meno colpevole.
Ulteriori osservazioni
Il principio dell’onere della prova non è stabilito esplicitamente nel Titolo Preliminare del Codice Organico di Procedura Penale, che enuncia i principi fondamentali del processo penale venezuelano. Tuttavia, l'obbligo di provare è implicito nel modo in cui la legge attribuisce al Pubblico Ministero il potere esclusivo di perseguire e indagare i reati di azione pubblica. Nel vecchio sistema inquisitorio questa funzione spettava al giudice istruttore.
Nel sistema contraddittorio spetta al titolare dell'azione penale, sia esso la Procura o il pubblico ministero privato, dimostrare la responsabilità penale dell'imputato. Di conseguenza, l’imputato non è tenuto a dimostrare la propria innocenza. La difesa potrà anche optare per la passività totale, fondata sul principio della presunzione di innocenza, dato che la Costituzione della Repubblica e la legge stabiliscono che spetta al Pubblico Ministero dimostrare la colpevolezza e, in tal modo, confutare l'accusa. presunzione di innocenza.[1]
Inoltre, negli atti pubblicati dalla Procura Generale della Repubblica, si è limitato ad elencare le presunte condotte criminali e a classificarle come delitti compiuti, violando il principio di presunzione di innocenza di Edmundo González Urrutia.
Va notato che il propria Sezione di Cassazione Penale della Corte Suprema di Giustizia (fascicolo A21-167, sentenza n. 0041, relatrice Elsa Janeth Gómez Moreno, emessa il 23 febbraio 2022), ha affermato che quando si richiede un mandato di arresto, non è sufficiente presentare una descrizione generale dei fatti. È fondamentale dettagliare il collegamento causale tra ciascun imputato e l'incidente, nonché le circostanze di tempo, modo e luogo in cui l'evento si è verificato.. Occorre cioè precisare il momento e le modalità in cui ciò è avvenuto, poiché tali elementi sono essenziali per determinare la qualificazione giuridica, i livelli di partecipazione, le aggravanti, i gradi di esecuzione, la prescrizione dell'azione penale e, in caso inoltre, la competenza e la giurisdizione corrispondenti.
Allo stesso modo, è essenziale che il pubblico ministero spieghi come la condotta di ciascun imputato si rapporta alle prove raccolte per dimostrare il loro collegamento con il caso e giustificare un’eventuale accusa formale. Non è sufficiente elencare semplicemente gli elementi di condanna acquisiti nel corso delle indagini, poiché questi non soddisfano la necessaria fondatezza prevista dalla normativa. In questo caso non è stato fatto così.[2] e quindi le garanzie procedurali di Edmundo González Urrutia Vengono palesemente violati.
Conclusione dell'analisi della legalità della procedura penale
Quando si applica la teoria del crimine al caso di Edmundo González Urrutia, è chiaro che le accuse contro di lui mancano di base giuridica. Le analisi dettagliate dei reati contestati – dall'usurpazione di funzioni al sabotaggio di sistemi e all'associazione ad organizzazioni criminali – dimostrano che i fatti contestati non soddisfano i requisiti di criminalità, illiceità e colpevolezza. Questa situazione evoca una discesa in un inferno dantesco pieno di accuse e condanne ingiuste in un sistema contorto. L'assenza di prove concrete e il mancato rispetto del giusto processo hanno violato le garanzie procedurali dell'art Edmundo González Urrutia. Il principio della presunzione di innocenza, insieme al dovere della Procura di presentare prove convincenti, evidenzia le irregolarità dell'accusa. Pertanto, è evidente che le accuse non solo sono infondate, ma violano anche i principi fondamentali del diritto penale e i diritti dell'imputato.
Per conoscere il carattere politico delle indagini penali, continua a leggere qui.
Per conoscere la parzialitá degli attori coinvolti nelle indagini penali, continua a leggere qui.
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